È molto difficile fare sintesi di giornate così intense e ricche di stimoli di crescita, sia a livello personale che comunitario e per questo motivo si offrono solo alcune suggestioni che, senza alcuna pretesa di esaustività, possono essere d’aiuto alla riflessione e provocazione per una maggiore radicalità evangelica.

Le giornate di formazione si sono aperte con un momento di preghiera che ha evidenziato lo specifico cristiano del vivere il compito d’autorità e il suo strettissimo legame con la parola “servizio”, ad imitazione di Gesù, che si è fatto servo obbediente del Padre fino alla fine. Alla sera, poi, dopo la presentazione di finalità e obiettivi, l’adorazione ha permesso di staccare dalla fatica del quotidiano e di affidare al Signore della vita e della storia tutte le aspirazioni di bene che animano e sostengono il cammino di ogni nostra comunità religiosa.

Nella giornata di venerdì, l’intervento di don Pascual, articolato in due momenti molto intensi, ha posto l’accento sulla necessità imprescindibile di prendersi cura della propria vocazione di quella di ogni sorella della comunità, perché – come don Bosco e Madre Mazzarello – siamo chiamate ad essere madri, sorelle e amiche per tutte le persone che il Signore ci affida e pone sul nostro cammino. Ogni direttrice, infatti, è chiamata ad essere costruttrice e custode della comunione, promuovendo fiducia, ascolto, corresponsabilità e sussidiarietà.

Il giorno seguente, aperto dalla celebrazione dell’Eucaristia presso le camerette di don Bosco, ha permesso di partire con il piede giusto e di affidare al Santo dei giovani la ricerca di vie nuove per favorire il coinvolgimento e la sussidiarietà, ovviamente nello stile salesiano. La mattinata è infatti proseguita con impegnativa attività laboratoriale (la costruzione collaborativa della “torre del potere”!) – guidata da Sr. Anna Razionale – che ci ha portato a riflettere sull’assegnazione delle varie responsabilità in comunità e su come favorire il coordinamento e il flusso comunicativo, in vista della realizzazione dello scopo comune e condiviso, cioè la costruzione della comunità educante salesiana. Nel pomeriggio, accompagnate da Don Enrico Lupano, la visita di alcuni luoghi del ‘cuore’ di Torino, con l’attenzione di far emergere il ruolo di guida e maestro di don Bosco per i primi salesiani. Il percorso realizzato ha lasciato nel cuore di ognuna il desiderio di essere sempre più – come diceva san Francesco di Sales – capaci di fare tutto solo per piacere a Dio e di trovare le strategie più idonee per favorire il coinvolgimento delle sorelle, dei giovani e dei laici per la realizzazione della comune missione salesiana nella complementarietà dei ruoli e dei compiti, ben consapevoli che la meta finale è giungere alla nostra casa comune, il Paradiso, come ci ha promesso don Bosco: “Un pezzo di paradiso aggiusta tutto” e “Pane, lavoro e paradiso…”. La chiusura della giornata nella Basilica di Maria Ausiliatrice, presso le tombe dei Rettori Maggiori, ha unito tutte le varie esperienze in un ringraziamento per la nostra bella Famiglia e per la storia che si è costruita e che si sta attualmente vivendo.

Ed ecco che, in un battibaleno, i giorni sono passati ed è ormai tempo di tirare le fila e tornare a casa, rinfrancate dall’esperienza di fraternità vissuta e dal poter constatare che l’Istituto in Italia – nonostante abbia qualche comprensibile acciacco – gode di buona salute e che il carisma salesiano ha ancora molto da dire alle giovani generazioni, a patto che vada di pari passo un cammino di profonda sintesi fra la parte spirituale e quella materiale, che da sempre coesistono nella persona umana e che vanno integrate con l’aiuto e la luce della Parola di Dio e delle nostre Costituzioni. Solo così saremo quel monumento perenne di riconoscenza all’Ausiliatrice voluto da don Bosco per la salvezza dei giovani.

Il gruppo delle direttrici