Puntualmente alle ore 9,30 si dà inizio all’assemblea. Dopo l’introduzione per alcune “note tecniche” a cura di suor Rosanna Costantini la parola passa a Madre Yvonne Reungoat, Presidente USMI Nazionale.

La Madre dà il benvenuto a tutte e legge il messaggio del Prefetto CIVCSVA, Card. João Braz de Aviz che esprime il suo ringraziamento per la vita consacrata femminile dicendo: “La vita religiosa in Italia ha fatto un percorso di speranza, e lo Spirito la esorta a continuare a farlo, a non stancarsi di seminare bontà, mettendo a disposizione ciascuno dei suoi carismi, tutti insieme, con un unico scopo: testimoniare che oltre le paure, c'è l'Amore di Dio che accoglie, accompagna, guarisce, educa, conforta, ascolta, guarda e si mette accanto alla nostra vita, in tanti modi, attraverso tante persone di buona volontà. Invio a tutte un cordiale saluto nel Signore, e la mia benedizione”.

Madre Yvonne dà quindi inizio all’assemblea con il saluto che viene qui riportato in sintesi: “È bello poterci incontrare e condividere alcune riflessioni sulla vita religiosa in Italia Questo tempo di pandemia ci sprona a vivere un’esperienza piena di sfide e di nuove opportunità, di cambiamenti profondi. Sentiamo il desiderio e il bisogno di ritrovarci insieme per dialogare, condividere attese e speranze, cercare insieme il volto della vita religiosa in questo tempo, inedito, difficile, che tanto ci interroga, che ci invita a guardare “oltre”, proprio per questo stimolante”.

“È importante continuare a discernere insieme il cammino da seguire perché la nostra presenza nella società e nella Chiesa abbia il volto che la gente attende, che desidera, che ci fa mediazione dell’amore preveniente del Padre, che permette ai nostri contemporanei di incontrarlo e di sentirsene amati”.

“Vivremo questa Assemblea nazionale, con lo sguardo a questo Paese e alle nostre molteplici presenze in esso, alle attese che portiamo in cuore e alle nuove domande che ci raggiungono in un tempo di gravi difficoltà economiche, emotive, affettive per tanta parte dei suoi abitanti, di preoccupazioni per la salute e la tenuta delle società, per un nuovo modo di intendere le relazioni sociali, per la ricerca di nuovi strumenti di coesione nazionale che rimettano al centro le persone e la loro vita”.

“Quando abbiamo programmato questa Assemblea nazionale non potevamo neppure immaginare che sarebbe sopravvenuta una pandemia, eppure già allora avevamo scelto lo stesso tema che ci accompagnerà in questi giorni: “Oltre le paure: ripartire dalla logica del Vangelo”.

“Mi pare un segno che la Provvidenza ha messo sulla nostra strada perché siamo capaci di guardare con speranza il futuro, di non farci condizionare dalle paure inevitabili, da un presente precario sotto molti punti di vista, di avere il coraggio dei nostri Fondatori e Fondatrici che hanno saputo ascoltare lo Spirito e accoglierne l’invito a cercare vie e strumenti adeguati ai bisogni che vedevano”.

“Ci porremo in ascolto attento delle relazioni, ma più ancora della vita, la nostra, delle nostre comunità, delle nostre sorelle, dei laici, della gente che vive nelle nostre città e paesi e che ci interroga, ci interpella, anche quando non è consapevole di farlo. Siamo portatrici di carismi diversi. Le risposte pastorali saranno dunque diverse, in fedeltà a questi stessi carismi, ma c’è una risposta chiesta a tutte: l’essere segno e testimonianza dell’amore del Padre, faro di vita evangelica, luce di speranza in una realtà che sembra non offrire più prospettive di futuro. La nostra vita religiosa deve conservare la capacità di aprire alla speranza, nell’esercizio della carità. Chiediamoci cosa Dio vuole suggerirci anche attraverso queste fragilità e tragedie, attraverso la precarietà di tante situazioni”.

Segue poi la Preghiera guidata dalla segretaria suor Maria Merlina e l’introduzione a cura di madre Ester Pinca, vicepresidente USMI Nazionale.

La moderatrice Madre Mary Melone, presenta le due testimonianze che sono previste in questa mattinata: Nuovi Orizzonti e la Fraternità di Romena.

L’avventura di Nuovi Orizzonti inizia nel 1991 quando Chiara Amirante decide di recarsi di notte alla Stazione Termini per incontrare tanti giovani in situazioni di grave disagio che hanno fatto della strada la loro "casa". Ora è un’Associazione di Fedeli Laici, approvata dal Vaticano. Valentina Cason, nativa di Vicenza, volontaria presso la comunità Nuovi Orizzonti, comunica la sua toccante esperienza partendo dalla problematica vissuta in famiglia a causa del disaccordo tra i genitori. Situazione che ha creato in lei un vuoto di amore che ha cercato inutilmente di riempire con esperienze sbagliate che mai riempivano il suo cuore. E tutto questo nonostante il suo impegno in parrocchia e in oratorio. Una “doppia vita” che acuiva continuamente il suo desiderio di essere amata e di amare. Solamente dopo anni Valentina si era resa conto che il Signore non l’aveva mai abbandonata, anzi le aveva dato tanti segni del suo amore che però lei non aveva colto. Quando ha conosciuto Nuovi Orizzonti, ha potuto aprire il suo cuore a chi ha avuto la capacità di ascoltarla senza giudicarla. Questa possibilità di liberare la sua anima da questo peso e soprattutto l’incontro con l’infinito e tenero amore di Gesù nel perdono totale ha cambiato la sua vita tanto che ha deciso di abbandonare la brillante carriera che si apriva davanti a lei per entrare in comunità. Ora dedica la sua vita ai giovani che si portano dentro gli stessi problemi e la sete di amore che anche lei aveva provato saziandosi solamente nell’incontro con Gesù. La comunità Nuovi Orizzonti offre la possibilità di fare esperienza dell’amore di Dio per riprendere vita e curare le ferite soprattutto attraverso la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio, l’adorazione eucaristica e le terapie adatte. I giovani d’oggi sono molto fragili e hanno bisogno di essere amati e accolti così come sono. Alla domanda: cosa possiamo fare noi religiose? Valentina risponde: abbiamo bisogno di incontrare persone che parlano di Gesù con la loro testimonianza di vita: persone consacrate veramente felici.

La seconda testimonianza della mattinata viene data da don Luigi Verde, fondatore della Fraternità di Romena: una Pieve romanica pensata come un crocevia per i tanti viandanti del nostro tempo. La Fraternità offre un luogo di sosta ai viandanti di ogni dove. Una sosta per ritrovarsi e riscoprire la bellezza della nostra unicità, una sosta per poi riprendere e proseguire il proprio personale cammino di crescita. Don Luigi spiega che oggi non abbiamo tanto bisogno né di teorie, né di ideologie, ma di silenzio, di una pausa, di un tempo per riallacciare i rapporti con la nostra autenticità. Nessuno è fuori di Cristo, nessuno è fuori della Chiesa. È l’ora di sentirsi una famiglia sola. Don Luigi presenta poi un decalogo per creare una nuova profezia per il futuro:

1) Il coraggio. Il problema vero del coraggio è la paura. Cosa si può fare di fronte alla paura? Fermarsi. Fare un passo indietro e vedere cosa c’è perché il coraggio vero nasce dalla fame. Per esempio il coraggio dell’emorroissa, di Giaro, ecc.

2) Umiltà vera è quella di non sentirsi superiori a nessuno. Francesco d’Assisi ha continuato a imparare per tutta la sua vita. Rimanere piccolo. Se il capo si inorgoglisce crolla tutto. Avere gli occhi di Dio, guardare come lui guarda me e come guarda questo tempo che viviamo.

3) Ricuperare la creatività. Pensare a qualcosa di nuovo. La solidarietà è creativa. Ostacoli alla creatività: fare sempre progetti; incapacità di lasciar andare (vedere nel vangelo l’esempio di Gesù: lasciate che i fanciulli vengano a me… lasciate che quelli possano predicare… lasciate crescere il grano e la zizzania insieme). Fate crescere il bene non preoccupatevi della zizzania.

4) Dignità. Ripartire da qui. I contadini non hanno un ruolo, hanno un compito. I ruoli separano, il compito parla di responsabilità. Noi in questa nostra epoca dipendiamo da tutto: guardiamo Gesù che non si è fatto comprare da nessuno. Beati voi poveri. La parola “beato” significa “stare diritti, in piedi”. Tu che soffri stai diritto in piedi. Gesù dona dignità ad ogni persona. Vediamo la samaritana. Gesù dice “io ho bisogno di te”. A Gesù importa da dove nasce il tuo dolore, non ti giudica. Dove si deve adorare? Ogni religione ha una montagna sacra, invece Gesù dice: chiunque si avvicina a Dio lo adora, è necessario essere persone sincere, persone vuote. Lasciare un vuoto ed essere sincero: qui si sviluppa la capacità di adorazione.

5) La fragilità. Abbiamo avuto paura della fragilità, invece è necessario usare la fragilità, e trasformarla in benedizione.

6) Fedeltà. Un esempio bellissimo lo abbiamo nella storia di Rut e Noemi. Questo episodio spiega bene la fedeltà. Fedeltà ai luoghi. Fedeltà alle persone. Fedeltà alla vita. Dove tu vai andrò anch’io. Se freno la vita mi ammalo. La vita deve scorrere. Non mi innamoro di un ideale. Mi innamoro di Gesù, del suo sguardo, dei suoi gesti, della sua persona.

7) Perdono. Se non si perdona il passato, il futuro è finito. Rinnegare se stessi significa rinunciare a se stessi, cioè avere il dominio di sé. Prendi la tua croce, non quella di Gesù, la tua: le tue ferite, tutti ne abbiamo. Le hai guarite? Capire la persona, capite il perché delle sue scelte, il perché del suo carattere. Capire non vuol dire giustificare. Non odiare e arrivare a dire grazie anche di quello che ci ha fatto soffrire. Abbracciare tutti nel perdono prima di morire.

8) La bellezza

9) La tenerezza

10) La gioia. La modernità ha ucciso queste tre cose. La bellezza non è l’estetica, è quando non te la meriti. È bello ciò che è vivo. Tenerezza è addolcire la morte, è finezza dell’amore. La tenerezza è fatta di gesti. La gioia! Dare testimonianza di gioia, il più puro dei sentimenti! Perfetta letizia anche se ti bastonano. Impariamo da san Francesco “perfetta letizia”.

Al termine della sua comunicazione don Luigi riassume dicendo che c’è bisogno di un tempo nuovo, non bisogna seguire la modernità perché rinnovare è tornare all’origine, tornare alla cose semplici: un fiore che sboccia ha bisogno di luce, acqua, terra. Dobbiamo tornare a innamorarci di Dio, vivere con tenerezza le nostre relazioni, esprimere la gioia.

Al termine della prima mattinata ci salutiamo con un sentito GRAZIE per quanto abbiamo ascoltato perché davvero ci invita a riflettere!

Partecipa all'Assemblea l'Ispettrice sr. Carla Castellino.