Quindi, ancora una volta Papa Francesco presenta una fotografia della realtà e insiste nell’affermare che «non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme».

Anche se la chiamata alla vita, alla vocazione missionaria è un fatto personale e ognuno dà la sua risposta secondo la generosità del proprio cuore, noi la viviamo e la rendiamo concreta in comunità, dentro una cultura o un intreccio di culture, con i piedi piantati dentro una specifica realtà.

Secondo Papa Francesco, «la chiamata alla missione, l’invito ad uscire da sé stessi per amore di Dio e del prossimo si presenta come opportunità di condivisione, di servizio, di intercessione».

Abbiamo visto in tante parti del mondo, negli ultimi mesi, la testimonianza di dottori, infermieri, operatori sanitari, volontari che hanno dato la loro vita per salvare la vita altrui. Lo stesso possiamo dire di tante/i religiose/i e sacerdoti.

Davanti a questa situazione, il messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale scuote il nostro essere FMA. Dio ci pone quotidianamente la domanda: «Chi manderò?». Chi manderò a sostituire quello o quella? Chi manderò ad annunciare la Buona Notizia del Vangelo? Chi manderò a testimoniare il mio amore, a «toccare e trasformare cuori, menti, corpi, società e culture in ogni luogo e tempo»?

Dio «ci chiede la nostra personale disponibilità ad essere inviati». Allora, carissime sorelle, davanti all’invito amorevole di Dio non possiamo fare silenzio o tirarci indietro: «Eccomi, manda me!». «Gesù è il Missionario del Padre». Il suo Spirito «fa di noi dei discepoli di Cristo e ci invia in missione verso il mondo e le genti».

In questo secondo anno del triennio di preparazione al 150° anniversario di fondazione del nostro Istituto, la missione ad gentes ci fa pensare insistentemente alla consegna “A te le affido”. Ancora oggi ci sono giovani, bambini/e, famiglie, intere popolazioni che aspettano l’annuncio del Vangelo. La consegna “A te le affido” ricevuta e accolta da Madre Mazzarello con cuore generoso e aperto, risuona ancora oggi nella storia del nostro Istituto e si ripete per ognuna di noi.

Una moltitudine di giovani aspetta una presenza che indichi loro la speranza nell’avvenire: “A te li affido”. Bambini e bambine bisognosi di cura, di educazione e formazione attendono la forza trasformatrice del carisma salesiano: “A te le/i affido”. Famiglie in situazione di disagio e di incertezza hanno bisogno di qualcuno che cammini al loro fianco: “A te le affido”. Intere popolazioni che ancora non hanno sentito il nome di Gesù hanno il diritto di ricevere il primo annuncio: “A te le affido”. La nostra Casa comune, la Madre Terra, minacciata da un’economia che ignora le persone, uccide la vita e abortisce il sogno di un mondo giusto e fraterno… “A te l’affido”.

Con un sereno e inquieto spirito missionario, disponibili ad accogliere le “chiamate di Dio”, vi invito a rileggere la Lettera 59 di Madre Mazzarello, scritta a suor Giacinta Olivieri, direttrice della casa di Buenos Aires-Boca, nel gennaio 1881.

Questa lettera è stata scritta prima della partenza della terza spedizione missionaria (3 febbraio 1881). In poche righe, Madre Mazzarello esprime il desiderio di avere notizie delle figlie lontane e le incoraggia nel loro lavoro apostolico.

Chi era suor Giacinta Olivieri? Suor Giacinta è nata a Ovada (Alessandria) il 28 agosto 1851. Ha fatto la professione a Mornese l’8 dicembre 1877. È partita per l’Argentina con la seconda Spedizione missionaria il 1° gennaio 1879. Purtroppo ha lasciato l’Istituto il 27 marzo 1883, dopo circa 6 anni di vita religiosa.

Intanto, quello che ci interessa e desideriamo valorizzare è il “magistero” di Madre Mazzarello. La lettera – molto breve! – si apre con una domanda, che rivela tenerezza e preoccupazione da parte della Madre: «Siete morta o viva? non mi scrivete mai una riga, tutte dan segno o per mezzo di scritti o per mezzo di altri che si ricordano ancora che son vive e che si ricordano della mia povera, misera persona, ma voi niente».

In seguito, Madre Mazzarello rivela il desiderio di fare una visita alle sorelle, cosa che sappiamo non si è mai avverata. Scrive la Madre: «Speravo proprio di venire a farvi una visita ed invece debbo contentarmi di mandarvi un foglietto di carta, pazienza! sia fatta la volontà di Dio!». In questo brano e nelle righe che seguono, Madre Mazzarello unisce la volontà di Dio con la realtà del Paradiso. Accetta come volontà di Dio il non poter visitare le sorelle, intanto punta sulla meta di ogni anima consacrata: il Paradiso. «Ci rivedremo più certo in Paradiso. Intanto noi procuriamoci lassù un bel posto col praticare tutte le virtù che richiede la nostra S. Regola, siamo esatte nell’osservanza di questa».

E poi, arrivano le parole che sono il cuore di questa lettera e che va molto d’accordo con il mese missionario: «Siete proprio fortunata perché potete fare tanto bene e guadagnare tante anime al caro Gesù. Lavorate, lavorate tanto nel campo che il Signore vi ha dato, non stancatevi mai, lavorate sempre con la retta intenzione di fare tutto per il Signore ed Egli [vi darà] un bel tesoro di meriti per il Paradiso».

Carissime sorelle, contemplando il campo che il Signore ci ha dato e ci dà ogni giorno: “A te le affido”, in questa nuova normalità rinnoviamo la nostra totale adesione al Suo progetto: “Eccomi, manda me!”. Certamente molte sorelle sentiranno questa speciale chiamata del Signore per la missione ad gentes. Sono sicura che in tante diranno: “Eccomi, manda me!”.

In questo cammino e in preparazione al CG XXIV preghiamo insieme: Maria, «Stella dell’evangelizzazione e Consolatrice degli afflitti», discepola missionaria del Figlio Gesù, riempi le nostre giare con il vino della saggezza e dell’entusiasmo missionario, perché il sogno di Dio Padre si realizzi nel mondo: tutti fratelli di tutti!

Assicuro la mia preghiera per ciascuna di voi e, insieme, preghiamo per tutte le missionarie e i missionari ad gentes del presente e del futuro!

Un forte abbraccio, sempre in comunione fraterna!

Consigliera per le Missioni sr. Alaide Deretti