Sappiamo delle difficoltà che la pandemia ha portato per la vita di tanta gente. Tante persone sono state toccate dalla perdita dei loro cari, dalla perdita della salute, del lavoro, dell’armonia familiare… Cerchiamo di infondere speranza e serenità a quanti ci sono vicini. Magari non possiamo risolvere i grossi problemi che affliggono la vita dei bambini, degli adolescenti, dei giovani e delle famiglie che ci sono affidati, ma possiamo essere cuore, mani, ascolto… per quanti sono nel bisogno. Che nessuno, dopo averci avvicinate, si allontani da noi senza un raggio di speranza o una parola di conforto…

Per quest’oggi, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, vorrei proporvi l’incontro con Madre Mazzarello attraverso la Lettera 63, scritta da Nizza Monferrato nel mese di gennaio 1881, alla missionaria suor Vittoria Cantù. Nella lettera, la Madre raccomanda a suor Vittoria di aiutare le missionarie appena arrivate e la esorta a vivere la carità fraterna e il distacco da se stessa.

Un particolare: questa lettera, così come le lettere 59, 60, 61 e 62, vennero scritte prima della partenza delle missionarie della terza spedizione che lasciarono Nizza il 20 gennaio, per poi partire da Genova il 3 febbraio 1881 verso l’America del Sud. Voi potete leggere tutta la Lettera 63, prima di tutto perché è molto breve e poi perché in essa troviamo una Madre che scrive con il cuore, e a partire dalla sua esperienza di vita!

Vorrei soffermarmi soltanto su un aspetto della lettera. Madre Mazzarello insiste come al solito sull’allegria e sulla carità fraterna: «Vi raccomando di consolarmi le nuove Americane, poverine! […] voi e con le altre buone sorelle le farete star allegre, non è vero?» «II più che importa è che andiate d’accordo fra voi altre […]; aiutatevi sempre da vere sorelle. […] facendo così le cose andranno sempre bene».

L’allegria e la carità, per Madre Mazzarello, non possono avere “un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo” (1Cor 3,11).

Scrive Madre Mazzarello: «Procurate sempre di andare avanti col buon esempio, col vivere distaccate da voi stesse e non cercare mai di farsi adulare, né preferire, anzi disprezzate quelle sciocchezze; bisogna esser noi le prime a dimostrare che il nostro cuore è solamente fatto per amare il Signore e non [at]tribuire l’amore a noi stesse».

Durante l’Angelus del 2 luglio 2017, Papa Francesco – parlando sul discorso missionario del capitolo 10 del Vangelo di Matteo – ha offerto una riflessione molto opportuna che, a mio avviso, rafforza e approfondisce quanto Madre Mazzarello ha scritto in quel lontano 1881.

Sono parole di Papa Francesco: «Gesù sottolinea due aspetti essenziali per la vita del discepolo missionario: il primo, che il suo legame con Gesù è più forte di qualunque altro legame; il secondo, che il missionario non porta sé stesso, ma Gesù, e mediante Lui l’amore del Padre celeste. Questi due aspetti sono connessi, perché più Gesù è al centro del cuore e della vita del discepolo, più questo discepolo è “trasparente” alla sua presenza».

Colgo in queste parole di Papa Francesco il cuore stesso di Madre Mazzarello che, nella sua semplicità, faceva capire alle sorelle quanto il nostro cuore sia fatto solamente per amare il Signore. Se la nostra vita è centrata in Gesù, saremo in grado di valorizzare positivamente tutti gli avvenimenti e tutte le cose che veramente sono importanti. Quando Gesù occupa il centro, le nostre piccole o grandi difficoltà diventano un trampolino per una vita di coerenza, di radicalità e di testimonianza evangelica.

Continua Papa Francesco: «Bisogna che la gente possa percepire che per quel discepolo Gesù è veramente “il Signore”, è veramente il centro della sua vita, il tutto della vita». E Madre Mazzarello dirà: «Procurate sempre di andare avanti col buon esempio […] bisogna esser noi le prime a dimostrare che il nostro cuore è solamente fatto per amare il Signore».

Mi pare stimolante finire questo messaggio con le parole di Madre Mazzarello e quelle di Papa Francesco: «Non mi resta che raccomandarvi la carità, la pazienza, l’unione fra voi tutte. […] Gesù vi mantenga la sua santa grazia e vi faccia presto sante». «La Vergine Maria […] con la sua materna intercessione, ci aiuti ad essere liberi e lieti missionari (missionarie) del Vangelo».

In preparazione al CG XXIV preghiamo insieme: Maria, Madre dell’Amore e Vergine Addolorata, riempi le nostre giare con il vino della coerenza evangelica e della fedeltà. Aiutaci a fare di Gesù l’unico centro della nostra vita e missione.

Carissime sorelle, vi assicuro la mia vicinanza e la mia preghiera per le vostre intenzioni. Un forte abbraccio, sempre in comunione fraterna!

Consigliera per le Missioni sr. Alaide Deretti