Le conseguenze socio-economiche della Pandemia di Covid-19 hanno un impatto anche sulla vita di bambini e bambine, che sono i più vulnerabili.

Attualmente, si stima che siano 152 milioni i bambini/e sfruttati/e dal mercato del lavoro mondiale, di cui 72 milioni impiegati in lavori pericolosi.

Don Bosco e Madre Mazzarello credevano nell’importanza del lavoro, anche per averlo sperimentato come collaborazione attiva nelle loro famiglie di origine, e lo hanno trasmesso come eredità all’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, la cui missione educativa considera il lavoro come espressione di cittadinanza e di responsabilità sociale.

«Il lavoro è quello che rende l’uomo simile a Dio, perché con il lavoro l’uomo è creatore, è capace di creare, di creare tante cose. (…) Il lavoro ha dentro di sé una bontà e crea l’armonia delle cose – bellezza, bontà – e coinvolge l’uomo in tutto: nel suo pensiero, nel suo agire, tutto» (Omelia di Papa Francesco, 1 maggio 2020).

Al mondo, un bambino su dieci è impiegato nel lavoro minorile. I minori di età sono considerati sfruttati quando sono troppo giovani per lavorare, quando sono trattati come schiavi, impiegati in ambienti lavorativi nocivi alla salute psico-fisica e in attività pericolose che possono comprometterne lo sviluppo fisico, mentale, sociale e educativo. In molti contesti un bambino su quattro (dai 5 ai 17 anni) è impiegato in un lavoro considerato dannoso per la sua salute e la sua crescita. I lavoratori minorenni vengono principalmente sfruttati nell’agricoltura (71 %), nella pesca, nella silvicoltura, nell’allevamento del bestiame e nell’acquacoltura; sono inoltre coinvolti nel settore dei servizi ed in quello industriale, nell’estrazione mineraria.

Nell’Udienza Generale del 12 giugno 2013, Papa Francesco dice: “Tutti i bambini devono poter giocare, studiare, pregare e crescere, nelle proprie famiglie, e questo in un contesto armonico, di amore e di serenità. È un loro diritto e un nostro dovere. Tanta gente invece di farli giocare li fa schiavi: è una piaga questa. Una fanciullezza serena permette ai bambini di guardare con fiducia verso la vita e il domani. Guai a chi soffoca in loro lo slancio gioioso della speranza!”.

Ai bambini e alle bambine sfruttati sul lavoro vengono negati i diritti alla vita, alla libertà, all’espressione, alla protezione da abusi, violenze o negligenze, alla salute, all’istruzione, al gioco.

L’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice risponde al bisogno di speranza e di vita di tanti minori, promuovendo. Opere di accoglienza per bambini, adolescenti e giovani in situazione di rischio. Attraverso l’accompagnamento e il recupero scolastico, la formazione all’acquisizione di abilità e competenze diverse, l’ambiente in cui si trovano un luogo di accoglienza a dimensione familiare, di crescita integrale affinché bambini, adolescenti e giovani possano gradualmente riunirsi con la propria famiglia e inserirsi nella società.

La situazione della Pandemia di Covid-19 stimola le Comunità Educanti dell’Istituto FMA a riflettere sui segni di sfruttamento lavorativo nella società e nel territorio.

Nell’Udienza Generale del 10 giugno 2020, Papa Francesco rivolge un forte appello non solo alle Istituzioni ma a tutti i popoli: “I Bambini sono il futuro della famiglia umana: a tutti noi spetta il compito di favorirne la crescita, la salute e la serenità!”.

Uno dei punti dell’Obiettivo 8 (Lavoro dignitoso e crescita economica) dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile riguarda il lavoro minorile: Adottare misure immediate ed efficaci per l’eliminazione del lavoro forzato, per porre fine alla schiavitù moderna e alla tratta degli esseri umani e per assicurare la proibizione e l’eliminazione delle peggiori forme di lavoro minorile, ivi compreso il reclutamento e il ricorso a bambini soldato; entro il 2025 porre fine al lavoro minorile in tutte le sue forme (8.7).

Ambito Pastorale Giovanile