L’incontro si è aperto con un momento formativo, condotto dal Prof. Pier Cesare Rivoltella, Docente Ordinario dell’Università Cattolica di Milano e fondatore del Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media all’Informazione e alla Tecnologia (CREMIT) che, a partire dal Messaggio di Papa Francesco per la 54ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, ha facilitato la riflessione su alcuni tratti della pedagogia comunicativa salesiana.

Il tema della GMCS – Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria. La vita si fa storia – è stato focalizzato su alcune testimonianze di vita legate ai temi del Messaggio. Con il metodo narrativo dello storytelling, il Prof. Pier Cesare Rivoltella ha tradotto nella pratica alcune frasi del testo di Papa Francesco: Non tessiamo solo abiti, ma anche racconti – La comunicazione educativa come capacità di tessere storie

La prima riflessione si è sviluppata intorno alla metafora della comunicazione come attività sartoriale. Ogni persona tesse i fili del discorso; non a caso la parola italiana testo deriva dal latino textus che significa tessuto. Il testo (non solo quello scritto, ma anche quello che fa uso di immagini fisse o in movimento) è infatti un’unità semiotica di parti diverse e coerenti, attraversate da un’intenzionalità comunicativa. Comunicando educativamente, ogni educomunicatrice redige testi e lo spazio in cui li scrive è l’anima dei ragazzi che le sono affidati. Il testimone di questa prima riflessione è Domenico Savio ricordato nell’episodio del dialogo con Don Bosco che dice: “Mi pare che in te ci sia della buona stoffa per fare un abito da regalare al Signore”. “Dunque – risponde il giovane – io sono la stoffa, lei ne sia il sarto”.

“Abbiamo bisogno di sapienza per accogliere e creare racconti belli, veri e buoni” – L’importanza del fare pedagogia della narrazione

La seconda riflessione è stata sull’esempio di vita del Relatore, che ha raccontato alcuni episodi della giovinezza trascorsa in una Scuola Salesiana. Il suo Assistente di classe era solito richiedere agli allievi la redazione di una cronaca giornaliera riguardo alla bontà.  Una volta adulto, questo è stato da lui riconosciuto come esercizio di sapienza. La pedagogia della narrazione genera la fede. Ecco perché c’è bisogno di chi sa creare racconti belli, veri e buoni, c’è bisogno di tessitori di storie come Don Bosco che narrava aneddoti, ed episodi tratti dalla vita dei Santi.

“L’attesa educativa come presenza basata sulla fiducia” – La pazienza e discernimento per riscoprire storie che aiutino a non perdere il filo.

La terza riflessione è sul tema della pazienza come attesa educativa. “La preventività consiste nel far sentire amato il giovane, nel dargli fiducia, vigilare, nell’osservare, nel comprendere, soccorrere, compatire, accompagnare, senza mai sostituirsi alla libertà del giovane” (Pietro Braido). “Una buona storia – dice Papa Francesco – è in grado di travalicare i confini dello spazio e del tempo. A distanza di secoli rimane attuale, perché nutre la vita”.

“Ciascuno di noi conosce diverse storie che profumano di Vangelo” – Scovare storie che profumano di Vangelo e raccontarle, applicandole alla vita

L’ultimo invito del Prof. Rivoltella è stato di cercare nelle pieghe del quotidiano storie che profumano di Vangelo e raccontarle. Le storie di santità devono essere diffuse e applicate alla propria vita e dei giovani, diventando testimonianza. È importante leggere il Vangelo in chiave educativa e concepire l’educazione come salvezza totale.

La Commissione Comunicazione Italia si è proposta di approfondire le tematiche proposte dal Prof. Pier Cesare Rivoltella, con la convinzione che abitare il digitale è una delle opportunità di evangelizzazione dei giovani, campo di missione privilegiato per ogni Figlia di Maria Ausiliatrice.

Da https://www.cgfmanet.org/infosfera/educomunicazione/incontro-commissione-comunicazione-italia/