Abitare la Contemporaneità è accettare l’invito ad assumere la mentalità del Cambiamento: “occorre in qualche modo, uscire dai propri abiti, dalle proprie gabbie culturali, condividere tempo ed esperienze con gli altri per poter cogliere le dinamiche sociali, il modo in cui si relazionano, come costruiscono e leggono se stessi e gli altri per entrare in profondità nella comprensione più ampia del noi” (cf Aime, Marco. In Augé, Colleyn, J.P. L’Antropologia del mondo contemporaneo, Elèuthera, 2019).

Occorre una lucida capacità di interpretare il proprio tempo come “tempi di incrociati processi di trasformazione e di cambiamenti”. Lo sguardo antropologico sul mondo, sulla persona, ispirato all’umanesimo cristiano, ci chiama ad illuminare la realtà contemporanea, con una visione ottimista della persona, che esprime simpatia verso l’esistenza, accogliendo la vita “nelle sue dimensioni di gratuità, di bellezza, di provocazione alla libertà e alla responsabilità” (cf Evangelii Gaudium n 83).

Consapevoli delle sfide della Contemporaneità e sollecitati dal tema del CG XXIV “Fate tutto quello che Egli vi dirà” (Gv 2,5) – Comunità generative di vita nel cuore della contemporaneità”, con il DMA 2020 percorreremo le vie della generatività, missionarietà, sinodalità, contemporaneità per coglierne il significato profondo e le convergenze che ne evidenziano la relazionalità ontologica, dimensione essenziale del Carisma Salesiano.

Guardando a Maria, la donna del vino nuovo, siamo chiamati a generare tempi nuovi di vino buono, attingendo alla sorgente della generatività di Madre Mazzarello, prendendoci cura delle giovani più povere, con uno stile di animazione sinodale e l’audacia dello Spirito.

In atteggiamento di missionarietà sinodale, l’Istituto FMA, nelle Comunità dai molti volti, si sviluppa come una rete di persone di culture, provenienze e sensibilità diverse, generando una sinfonica ricchezza educomunicativa, nel cuore della Contemporaneità; e si sente interpellato ad essere co-creatore con il Creatore, a formare “buoni cristiani e onesti cittadini”, nel “cambiamento delle convinzioni e nello sguardo che apre all’incontro con l’altro e all’accoglienza del dono del Creato, che riflette la bellezza e la sapienza del suo Artefice” (53ª Giornata Mondiale della Pace 2020, 4).

In questo tempo siamo chiamati a testimoniare come Educomunicatori/trici che il potere della Comunicazione è “essere a servizio della Vita, della Verità e della Pace”.

Maria Helena Moreira Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Da www.rivistadma.org