Chissà quante altre FMA ancora risponderanno alla chiamata del Signore! I bisogni dell’Istituto e le richieste della Chiesa sono sempre tanti…

Nel messaggio precedente, ho condiviso con voi il grande desiderio di madre Mazzarello di andare in missione, espresso ripetutamente nelle sue lettere a don Cagliero! Non solo lei custodiva questo desiderio… Nella prima comunità di Mornese, il sogno missionario abitava il cuore di tutte le FMA e anche delle ragazze.

Oggi, vi propongo la lettura e la riflessione della Lettera 17 – Alla direttrice della casa di

Montevideo – Villa Colón, Suor Angela Vallese, scritta da Mornese, nel dicembre 1878. Questa è la prima lettera di madre Mazzarello alle missionarie, dopo un anno dalla loro partenza (14 novembre 1877). In essa, la Madre esorta e consiglia le sorelle e presenta la prima Visitatrice delle case fondate in America, suor Maddalena Martini.

Madre Mazzarello è molto concreta in quello che scrive, perché è concreta nel suo quotidiano. Alle sorelle di Montevideo – Villa Colón parla del tempo che passa veloce, esorta a crescere nella virtù e ad “essere pronte quando il Signore ci chiamerà”. Parla dell’allegria, del lavoro, della preghiera e, anche se in modo non esplicito, della vita comunitaria, delle buone relazioni, dell’animazione e del governo! Basta leggere attentamente i due primi paragrafi.

Da esperiente contadina, indica che è bene fare attenzione perché i difetti non mettano radice. D’altra parte, sa che tutto nella natura ha bisogno di tempo, per cui la persona non deve spaventarsi dei propri difetti, ma deve combatterli – “non [...] tutto in una volta, ma a poco a poco – con buona volontà”. Intanto, non basta la buona volontà: ci vuole “coraggio e gran confidenza in Dio”. Come in tutte le lettere che madre Mazzarello scrisse alle missionarie in America, anche in questa comunica alcune notizie di famiglia, ma poche... perché le notizie arriveranno con le missionarie della seconda spedizione, che già si preparano a partire. Infatti, partiranno il 1° gennaio 1879.

Tra tutto ciò che madre Mazzarello scrive nella lettera 17, c’è un’espressione che io particolarmente considero un gioiello: “Son contenta che codeste suore siano buone e lavorino, sta a noi il farle crescere sempre nella virtù, prima coll’esempio, perché‚ le cose insegnate coll’esempio restano più al cuore molto impresse e fanno assai più del bene, e poi colle parole”.

Possiamo dire – senza troppe forzature – che madre Mazzarello era convinta delle conseguenze e di quanto poteva produrre una semplice testimonianza di vita. Anche se con questa espressione, nella lettera, lei intende semplicemente riferirsi al buon esempio della direttrice nei confronti delle sorelle, noi possiamo andare oltre e pensare alle sfide dell’evangelizzazione.

Viviamo in un mondo in cui la gente, per credere, ha bisogno di vedere, di toccare con mano… Le persone ci guardano e misurano i nostri gesti, gli atteggiamenti, le nostre scelte, il nostro modo di vivere insieme… San Paolo VI, nell’Esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi (1975), proprio nel capitoletto in cui discorre sulla testimonianza della vita, scrive: «Per la Chiesa, la testimonianza di una vita autenticamente cristiana [...] è il primo mezzo di evangelizzazione. “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni”».

Madre Yvonne, nella Lettera di Convocazione al CG XXIV, sottolinea: «La fedeltà alla Parola di Dio e alle Costituzioni è garanzia di futuro perché genera fedeltà. Una comunità gioiosa, radicata in Gesù, coerente, nonostante le sue fragilità, contagia chi le vive accanto, come a Valdocco e a Mornese».

Lo stesso Rettor Maggiore nella Strenna 2020 così si è espresso: «Il Sinodo sui Giovani ha mostrato con disarmante chiarezza che ciò che le nuove generazioni si attendono da quanti hanno dedicato la vita interamente al Signore è di trovare “testimoni luminosi e coerenti”».

Carissime sorelle, possa ognuna di noi sentirsi spronata a evangelizzare più con la vita che con le parole. Possa ognuna di noi sentirsi dire da madre Mazzarello: “Vi lascio nel cuore di Gesù e lo prego che vi benedica e vi faccia tutte sue e vi tenga sempre unite e allegre. [...] Coraggio, coraggio, mie buone figliuole!”.

In preparazione al CG XXIV insieme preghiamo: Maria, prima discepola di Gesù, riempi le nostre giare con il vino della coerenza di vita e della testimonianza evangelica.

Rimaniamo in comunione attraverso la preghiera reciproca.

Con affetto fraterno, un forte abbraccio! Sr. Alaide Deretti, Consigliera per le Missioni