La sede del corso è nella zona di Corticella, proprio sul canale Navile che, assieme alla fitta rete di canali cittadini, è stato per secoli il motore del formidabile sviluppo urbano che la città di Bologna ha vissuto a partire dall’XI secolo. Il percorso ha toccato gli aspetti principali della storia della città nel medioevo: la storia del libero comune della città e la lotta per l’autonomia, lo sviluppo dell’industria della seta, le trasformazioni urbanistiche (i portici, le torri, le mura, i canali) di cui ancora oggi possiamo cogliere traccia passeggiando in centro. E sullo sfondo l’assetto sociale ed economico della città, la liberazione degli schiavi, la nascita dell’università e la sfida dei comuni italiani ai potenti imperatori dell’epoca (Federico Barbarossa e Federico II), fino alla cattura e prigionia dei Re Enzo nel castello che ha poi preso il suo nome.

Una didattica che si è quindi mossa dal Canale Navile che scorre sotto le finestre delle aule in cui i ragazzi trascorrono le loro giornate e attraversa il quartiere in cui molti di loro vivono, seguendo le tracce delle vie d’acqua che per secoli hanno caratterizzato la nostra città (che in alcune zone appariva come una sorta di Venezia) dando energia alla fiorente economia cittadina e garantendo gli scambi commerciali (era un’accesso al mare Adriatico). Dopo alcune lezioni in aula siamo quindi andati in giro per la città, in visita al Museo del Patrimonio Industriale e a Palazzo D’Accursio (che ancora oggi è sede del Comune di Bologna) per cercare i segni del passato e per capire come funziona oggi la nostra città.

Anche le recenti riflessioni degli storici che si occupano di didattica della storia stanno rivalutando il ruolo che la storia locale può giocare nel dare efficacia e valore all’apprendimento della storia che non sia solo nozionismo astratto ma orientamento e conoscenza della propria città, dei loro luoghi e della sua storia. “Sappiamo bene che partire dal territorio di cui gli studenti, soprattutto i più piccoli, possono acquisire diretta esperienza, corrisponde a precise esigenze di carattere formativo, perché suggerisce importanti riflessioni sul passaggio dal “vicino” al “lontano”, dal familiare all’ignoto, dal concreto all’astratto.

Dal punto di vista pratico-operativo, un percorso didattico di storia locale può partire dalle tracce lasciate dal divenire storico, grazie alla possibilità di sperimentarne direttamente la consistenza e, in questo senso, l’educazione al patrimonio appare come un approdo necessario, intendendo precisamente i beni culturali come eredità del passato che si manifesta nel presente.”

(Carlo De Maria, Storia locale, didattica della storia e Public History. Alcune considerazioni sul mestiere di storico e sul rapporto con le fonti, in “Clionet. Per un senso del tempo e dei luoghi”, 2 (2018)

Da http://www.ciofs-fp.org/la-citta-come-aula-diffusa-percorsi-di-didattica-della-storia-ciofs-fp-di-bologna/