Un secondo rischio che è necessario imparare a riconoscere è legato al fatto che, nella società attuale, il Natale potrebbe essere considerato un contenitore nel quale inserire luminarie, regali, pranzi e cene luculliani ma privo del significato autentico che la festa porta con sé. Ecco alcune brevi note dedicate ai genitori che possono essere utilizzate per aiutare i bambini a cogliere il vero senso del Natale.

Saper attendere. L’avvento è il periodo che meglio di ogni altro, all’interno dell’anno liturgico, si presta all’utilizzo di segni e simboli che, con un linguaggio semplice ma al contempo profondo consentono di mettere in evidenza lo scorrere del tempo, che per il bambino deve essere vissuto come cammino di avvicinamento alla festa del Natale. In famiglia si possono predisporre diversi simboli:

- La corona dell’avvento. Costituita da 4 candele posta in un luogo ben visibile della casa darà la possibilità di far vivere un momento di breve liturgia familiare nel contesto gioioso della festa domenicale. Questa consuetudine piace ai bambini e li coinvolge dal punto di vista delle emozioni e degli affetti: offre al piccolo il senso di una luce che progressivamente, settimana dopo settimana, cresce fino a giungere alla grande Luce che illuminerà la notte di Natale.

- Il calendario dell’avvento. Questo è uno strumento molto conosciuto, anche da un punto di vista commerciale, tuttavia è bene riappropriarsi di questo simbolo che può essere molto utile per far vivere al bambino l’attesa. Una proposta, valida da un punto di vista pedagogico, è quella di associare alla piacevole scoperta del cioccolatino un personaggio del presepe. In questa maniera il bambino avrà la possibilità di costruire giorno dopo giorno (ancora in un clima di attesa) il proprio presepe, che può diventare strumento di gioco per rielaborare il racconto con cui i genitori presenteranno i diversi personaggi. I personaggi della Sacra Famiglia potranno essere associati al racconto dell’esperienza familiare di attesa del piccolo. L’attesa dei racconti evangelici potrà a questo punto anche arricchirsi di una speciale personalizzazione. Sarebbe bello se il racconto della natività di Gesù si intrecciasse con il racconto dell’attesa del piccolo: la mamma potrà raccontare non solo la storia di Maria, la visita a Elisabetta, l’annuncio dell’Angelo ma anche la sua storia di attesa, l’annuncio ai familiari, l’attenzione a preparare uno spazio fisico e del cuore. Dal canto suo anche il papà potrà offrire il racconto dell’attesa di Giuseppe punteggiando il tutto con i particolari emotivi e i ricordi legati ai momenti in cui si preparava all’arrivo di suo figlio.

- Presepe e albero di natale. I tradizionali simboli del natale si stagliano in un più ampio scenario di preparazione della casa: diventa un momento di gioia indicibile per i bimbi aiutare i genitori nell’allestimento degli addobbi natalizi ed è quindi necessario sfruttare questa occasione, ancora una volta, da un punto di vista pedagogico. Innanzitutto, è bene sottolineare al bambino che, quando ci si avvicina a un grande evento, si preparano anche gli ambienti in cui si vive abitualmente per evidenziare la straordinarietà dell’avvenimento che si vuole festeggiare. Per rendere più concreta al bambino l’importanza della festa del Natale la si potrà accostare al suo compleanno: come la casa vien addobbata con palloncini e festoni in attesa degli invitati, così per il compleanno di Gesù è necessario preparare gli ambienti per la festa.

Saper accogliere. Al termine del tempo di attesa si giunge alla festa vissuta come momento in cui l’intera famiglia vive in un clima festoso e di condivisione il Natale. Ciò che più caratterizza questa festa agli occhi dei bambini è sicuramente l’attesa del dono sotto l’albero e il tempo trascorso con tutta la famiglia. Il dono è un elemento fondamentale del vivere cristiano e nel Natale questo assume un significato ancora più forte: Gesù che si fa uomo è il dono di Dio per noi. Come sottolineare questo importante concetto di fede ai piccoli? Il pacchetto sotto l’albero viene in nostro aiuto: il naturale stupore del bambino nei confronti del dono, può essere utilizzato dal genitore per spiegare al piccolo la gioia insita nel dono, non solo in quello ricevuto ma anche in quello offerto. Coinvolgiamo allora i bambini nella preparazione di piccoli doni (un disegno, un piccolo lavoretto) perché possano sperimentare la gioia del donare a chi si ama. È un compleanno strano quello di Gesù, un compleanno nel quale il festeggiato dona e si fa dono per gli altri: perché allora non prevedere al termine del rito dello scambio dei doni in famiglia la mattina di Natale anche un pacchetto, il più piccolo fra tutti e pertanto delicato e prezioso che potrà essere scartato dal più piccolo in famiglia e che nasconderà una piccola statua del Bambinello. Sarà questa l’occasione per il genitore di narrare al piccolo la grandezza del dono di Dio e l’importanza di prepararsi ad accoglierlo. Questo deve essere declinato nella concretezza della vita del bambino. Ogni famiglia individuerà le modalità specifiche per potersi impegnare insieme al bimbo nel trovare occasioni, atteggiamenti o piccoli impegni per tradurre nella pratica quotidiana la capacità di accogliere Gesù nella propria vita (visita a un parente anziano, l’acquisto di un dono per un bambino bisognoso, condividere un giocattolo, un piccolo servizio donato in parrocchia…). Non dimentichiamoci del ruolo educativo che i fratelli maggiori possono avere nei confronti dei più piccoli: affidiamo a loro alcune semplici spiegazioni, in una sorta di ideale «passaggio di consegna»; i più grandi hanno verosimilmente già vissuto e sperimentato il cammino del Natale, potranno così, attraverso un linguaggio molto più simile a quello dei fanciulli perché fanciulli essi stessi, passare con naturalezza messaggi molto profondi. Questo aspetto ci offre un ulteriore vantaggio: spiegare un concetto lo consolida.