Ha fatto “centro” l’argomentazione del professor Giovanni Grandi Ordinario di filosofia morale all’Università degli studi di Padova che ha richiamato il contesto in cui si inserisce la “cultura dell’autenticità” e la crisi dell’autorità, mettendo a fuoco, da un punto di vista antropologico, le esperienze matrici per la nascita e lo sviluppo del senso di responsabilità (l’esperienza del male agito, il richiamo della giustizia e il desiderio di riparazione) e presentando alcune attenzioni educative e sociali da avere presenti per sostenerne la crescita: la cura dell’attenzione interiore e la promozione di una cultura della giustizia di tipo “riparativa”, anziché sanzionatorio e punitivo.

Hanno fatto da sfondo a tutto il Convegno e in particolare alla relazione del prof. Grandi alcune parole: con-vocare, pro-vocare, col-laborare che coinvolgono la vita di ciascuno così che ogni chiamata, ogni vocazione è per la generatività; ogni vocazione ha in sé l’invito a portare frutto non per se stesso ma per gli altri o, almeno, non solo per se stesso, ma anche per gli altri. La vita di ciascuno, infatti, si svolge sempre dentro una comunità. Nel contesto comunitario l’esistenza personale può intendersi come chiamata, come appello, come invito e pensarsi in un divenire esistenziale e morale verso il meglio.

Altrettanto significativa è stata la relazione della prof.ssa Milena Santerini, docente di pedagogia generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sul tema L’onesto cittadino ieri e oggi, spiegando la crisi della democrazia rappresentativa e presentando il panorama istituzionale e pratico in cui la Scuola opera, spesso condizionata da leggi, da vissuti, da una globalizzazione segnata da tanti individualismi. La scuola, tuttavia, può anzitutto attraverso tutte le discipline insegnare l’onestà intellettuale. Anche la matematica è coinvolta in questo processo perché insegna a verificare i fatti, al di là dell’imprecisione nel calcolo, ma la scuola educa l’onesto cittadino attraverso competenze critiche e intellettuali: ostacolando il conformismo, la mentalità complottista, per esempio, inducendo a relativizzare la propria cultura, rafforzando l’empatia e superando il pregiudizio, trovando somiglianza.

Ha fatto eco a questa presentazione un approfondimento offerto da sr Enrica Ottone, docente all’Università Auxilium, che ha portato l’attenzione sul carisma salesiano, offrendo alcune indicazioni sulle scelte metodologiche che possono essere messe in atto nella scuola: la ragionevolezza, la cooperazione, la presenza dell’educatore anche nel cortile digitale, il lavoro perché i diritti di tutti siano tutelati. Tutto questo implica forse un cambio o una maturazione, da parte dei docenti, di una cultura di inclusività a tutto tondo, di collaborazione e di interazione.

Il Convegno ha offerto, inoltre, un ricco scambio di apporti integrativi al tema e di conoscenza di pratiche didattiche, innovative e arricchenti. Uno spazio particolare è stato riservato alla presentazione della pubblicazione del CIOFS Scuola “Didattica della solidarietà – service learning e pedagogia salesiana” che, oltre a presentare esperienze di apprendimento situato e in funzione di servizio, mette in risalto come la pedagogia salesiana abbia in sé le linee portanti di un’educazione alla solidarietà, che presuppone il concetto di “filiazione” e di comunità, il quale porta al dono, al servizio come atteggiamenti spirituali prima che come attività, alla rilettura, cioè alla riflessione per incoraggiare il discernimento e l’azione, cioè le scelte.

Per la nostra Ispettoria ILS hanno partecipato 2 FMA e 12 insegnanti!