1. Le Suore Operaie SCN, che desiderano offrire ai giovani un luogo di conoscenza della vita religiosa. Di loro stesse, scrivono: «La comunità Nazaret nasce come centro giovanile della Congregazione delle Suore Operaie e diventa, con l’arrivo delle prime aspiranti, casa di prima formazione per aspiranti e postulanti. Nella comunità le giovani e i giovani possono condividere la vita per qualche ora o per qualche mese. Chi è in comunità, accanto al proprio lavoro o studio, collabora con tutte le attività di pastorale e con la gestione della casa». Tra gli elementi di generatività che i presenti hanno individuato, troviamo: una realtà poco strutturata che permette maggiore apertura e flessibilità, condivisione, semplicità, attenzione alla persona, esperienza di casa e di famiglia, relazioni e informalità.

2. Il Consorzio CHARIS, che si pone al servizio degli Ordini Religiosi e degli altri Enti Ecclesiali, con il fine prioritario di valorizzare e sostenere la loro diretta gestione delle opere a favore di persone più fragili e contribuire così a valorizzare i Carismi originari. Gli elementi di generatività individuati dai presenti sono stati: la forza che viene dalla rete costituita tra congregazioni e laici, un ascolto aperto della realtà, la valorizzazione di laici competenti per la gestione delle opere, la possibilità di incontro e lavoro insieme nella gratuità, l’incontro tra carismi diversi e l’idea che il carisma è di tutti, seppur con sfaccettature diversificate.

3. La riflessione sul modello di comunità offerto dall’esperienza dell’Elba del Vicino, esperienza nata nella nostra Ispettoria in un processo di risignificazione di una presenza nella dinamica di una conversione pastorale. Il modello di comunità proposto, una comunità ampia, fatta di FMA e laici quasi mai residenti a Rio Marina, si connota come esperienza di “comunità ponte”, in cui la partecipazione a livelli diversi di diversi soggetti e la gestione corresponsabile e partecipata di tre organizzazioni diverse (Ispettoria, CIOFS-FP Toscana e Cooperativa Vedogiovane) contribuisce a rendere questa realtà sostenibile e significativa da diversi punti di vista. Gli elementi di generatività individuati dai presenti sono: la centralità della missione, che porta il gruppo a riflettere, rielaborare e ridefinire il modello di comunità, un’esperienza di pedagogia d’ambiente riconoscibile dai vicini e dai ‘lontani’ (=da chi non conosce il carisma salesiano), forte coinvolgimento delle istituzioni e delle agenzie educative del territorio, offerta di proposte e suggestioni specifiche a coloro che vengono anche solo per un periodo limitato all’Elba del Vicino.

4. L’esperienza di collaborazione di alcune nostre realtà con la Chiesa locale: Formigine, Correggio e Cento. In queste tre realtà, la collaborazione con la Chiesa locale è esplicita e forte. Dalle tre testimonianze, i presenti hanno evidenziato i seguenti elementi di generatività: il valore della collaborazione e della stima reciproca, l’apertura oltre le mura delle nostre case, lo scambio significativo di competenze, una possibilità maggiore di ascolto profondo del territorio a partire dai suoi bisogni e dalle sue risorse, una maggiore libertà di non sentirci ‘padroni’, uno scambio fecondo tra educatori e tra educatori e giovani, la possibilità di cammini formativi con giovani, la possibilità di mettere a servizio della Chiesa locale il nostro carisma, il tempo per stare con i giovani e tra la gente, strutture non di proprietà che favoriscono costitutivamente una forte rete con il territorio.

Dopo questo lavoro di conoscenza, ascolto e sintesi intorno agli elementi di generatività, abbiamo consegnato la ricchezza della nostra condivisione nella Celebrazione Eucaristica celebrata dall’Ispettore ILE, don Giuliano Giacomazzi. Dopo pranzo, poi, la conclusione del lavoro con i laici per un contributo verso la definizione del documento finale a cui è seguito un ulteriore tempo, solo con le FMA, direttamente sulla bozza del documento.