Numerosi sono i giornalisti, i siti web e le reti sociali che si sono messi in moto per narrare questo evento ecclesiale, un evento non tanto fatto di dati e di documenti, ma di volti, voci e testimonianze vive che raccontano in diretta le situazioni concrete che le popolazioni indigene vivono sulla loro pelle. Il Cardinale Claudio Hummes, Presidente della REPAM - Rete Ecclesiale Panamazzonica, prima del Sinodo aveva espresso questo desiderio dicendo: “I popoli, specialmente i popoli indigeni, e le comunità amazzoniche sono protagonisti della propria storia. In questo caso, dovrebbero essere anche soggetti della propria voce all'interno del Sinodo. Per far sì che possiamo avere uno sguardo sull’orizzonte del loro futuro, in termini politici, economici, culturali, sociali e religiosi”. E così in questi giorni il Vaticano si è colorato degli ornamenti tipici di uomini e donne riconoscenti a Papa Francesco per la sua attenzione di padre alla loro terra, che hanno fatto tutta questa strada – come uno di loro ha detto partecipando a una conferenza con i giornalisti – “Non per chiedere compassione, ma aiuto concreto nel difendere questi territori che sono la nostra casa comune”, territori di cui le popolazioni indigene da sempre cercano di prendersi cura, nonostante le violenze e le sopraffazioni di chi cerca di appropriarsene avidamente. Anime che chiedono di essere ascoltate per il bene del pianeta e dell'umanità intera: sono i rappresentanti di 390 etnie che proprio in questi giorni sono stati ricevuti da Papa Francesco in Vaticano per portare “il grido dell’Amazzonia” e del mondo intero.

Un grido che richiede l’impegno di tutti, come ha espresso il Papa nel Messaggio di questa Giornata: “La provvidenziale coincidenza con la celebrazione del Sinodo Speciale sulle Chiese in Amazzonia mi porta a sottolineare come la missione affidataci da Gesù con il dono del suo Spirito sia ancora attuale e necessaria anche per quelle terre e per i loro abitanti. Una rinnovata Pentecoste spalanca le porte della Chiesa affinché nessuna cultura rimanga chiusa in sé stessa e nessun popolo sia isolato ma aperto alla comunione universale della fede. Nessuno rimanga chiuso nel proprio io, nell’autoreferenzialità della propria appartenenza etnica e religiosa”.

Un grido che tocca tutti noi, in quanto inviati, in virtù del battesimo, e appartenenti alla stessa Chiesa. Madre Yvonne, nella sua ultima circolare n. 990 richiama a vivere il mese missionario proprio con questo atteggiamento: “Come non sentirci toccate profondamente da questo appello fondamentale e impegnativo che coinvolge la Chiesa e in essa la Famiglia salesiana? Avvertiamo il bisogno di un nuovo entusiasmo che apra il cuore e la mente ad una vera conversione missionaria. L’Istituto è nato missionario e il carisma salesiano è stato suscitato dallo Spirito Santo per diffondersi e, quindi, destinato ad espandersi fino alle estremità del mondo, superando barriere di culture, lingue, nazionalità e confessioni religiose”.

Come Famiglia Salesiana, il nostro impegno dev’essere quello di tenere viva la memoria e portare ai giovani come esempio le tante testimonianze missionarie di chi ha saputo farsi prossimo delle popolazioni indigene condividendone le gioie e le sofferenze – come la Beata Maria Troncatti, apostola fra gli indigeni shuar dell’Ecuador – ma anche di portare alla luce il lavoro di tante Figlie di Maria Ausiliatrice e Salesiani che vivono nella quotidianità il l’annuncio del Vangelo e il sostegno alle popolazioni locali, a servizio di tutta la Chiesa perché, come ricorda Papa Francesco: “La nostra appartenenza filiale a Dio non è mai un atto individuale ma sempre ecclesiale: dalla comunione con Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo, nasce una vita nuova insieme a tanti altri fratelli e sorelle. E questa vita divina non è un prodotto da vendere – noi non facciamo proselitismo – ma una ricchezza da donare, da comunicare, da annunciare: ecco il senso della missione”.

Per approfondire

https://www.facebook.com/redesalesiana/videos/2453051794967469/

da https://www.infonline.cgfmanet.org/it/news/2019/10/19/giornata-missionaria-mondiale-2019