Dopo una breve preghiera che, ci ha invitato ad aprire il nostro cuore al desiderio di una vita appassionata, piena di avventura nell’incontro educativo con i giovani, don Flaviano ha messo in luce alcune frasi di Don Bosco che ci hanno guidato nella riflessione.

La prima parte era legata all’aspetto della relazione con i giovani. “L’educazione è cosa di cuore e solo Dio ne ha le chiavi” ripeteva sovente il santo piemontese; l’educatore è chiamato a riunire quello che nella nostra società viene facilmente scisso, ovvero ragione ed emozione. In passato Cartesio sosteneva che il pensiero dovesse esser guida principale delle scelte umane, dall’altra Pascal rispondeva mettendo in luce la presenza imprescindibile dell’intervento del cuore.

È una missione impegnativa educare, ma lavorando sulla nostra integrità di persone possiamo più serenamente aprirci ai giovani sostenendoli nella loro maturazione.

Per compiere questa attività è importante avere una relazione di rispetto e fiducia che ci lega ai più piccoli; anche qui Don Bosco ci insegna che “Occorre farsi amare per farsi di poi temere”. Don Bosco, uno degli uomini più amati dai ragazzi nell’ottocento italiano, ma potremmo dire anche temuto, infatti era il primo a scrivere regolamenti per ogni attività, con l’intento di porre quell’ordine esteriore che facesse da guida e modello all’anima.

Come instaurare una relazione feconda, potremmo chiederci; ebbene, non bastano anni di studio, libri e incontri formativi, ma occorre usare il cuore. Fermarsi, ascoltare, guardar un giovane negli occhi e fargli comprendere che è importante e che vale proprio perché è stato creato da Dio con i suoi limiti e le sue potenzialità.

Ciascun giovane è un santo in potenza, compito dell’educatore è appunto “educere” da lui il meglio, fino a rendere atto quel dono meraviglioso che è. La fiducia è il ponte che permette ai cuori, dell’educatore e del giovane di incontrarsi per condividere un pezzo di cammino assieme, imparando ciascuno un po’ dall’altro. Farsi amare non è altro che stare accanto al cuore del giovane e lasciargli un po’ di spazio nel proprio.

In conclusione, non importa la lingua, la cultura e il colore della pelle, quello che conta, dice Don Bosco è “basta che siate giovani affinché io vi ami assai”; allora cosa stiamo aspettando?

Mettiamoci in campo per giocare con i giovani al nostro fianco, la partita più importante di tutte, la partita della vita.